Le Frazioni 

 

PREA

Prea è un piccolo borgo alpino di impianto medioevale, arroccato intorno alla chiesa parrocchiale e caratterizzato da piccole stradine su cui si affacciano tipiche case dell alta valle. La tradizione orale tramanda l etimologia di questa frazione: si pensa che Prea prenda nome da una grossa pietra posta all ingresso del paese.


In questo borgo si trova una chiesa, progettata dall architetto monregalese Gorresio, la sua costruzione durò circa venti anni (1847 – 1866). L edificio si ispira allo stile barocco piemontese con piccole impronte di gusto neoclassico. L ornamento pittorico della facciata è del monregalese Toscano, come anche l icona centrale del coro raffigurante la Santissima Trinità con ai piedi i Santi Patroni della diocesi (S. Donato e S. Pio V). Il pittore Bartolomeo Giorgis realizza la parte alta della facciata con la Natività di Gesù e l’Ultima Cena. La balaustra marmorea del presbiterio, acquistata all’incanto in periodo napoleonico, proviene dalla Chiesa della Missione di Mondovì Piazza, mentre l’organo fu acquistato nel 1870 e proviene sicuramente dalla Chiesa dei Padri Gesuiti di Cuneo.


Nel periodo natalizio, per tre serate il 24, 26 Dicembre e 5 gennaio, le vie del caratteristico borgo si animano con il suggestivo “Presepe Vivente”, manifestazione imponente che riscuote un crescente successo.  Fra le manifestazioni di questo genere, quella di Prea è senza dubbio una della più antiche, avendo superato ormai le 25 edizioni. Quello che rende affascinante questo Presepe è la conformità stessa della frazione, l’aspetto rurale del paese rimasto integro nel tempo, l’atmosfera di altri tempi che si respira tra le vie. L’organizzazione dell’intera manifestazione è a cura dell’associazione locale “Amici di Prea”.


Da alcuni anni, poi, la frazione di Prea va arricchendosi di numerosi murales che ornano le facciate delle abitazioni raffigurando mestieri messi in scena nel presepe natalizio.

 

 

LURISIA

La valle del torrente Lurisia non è  mai stata una valle di passaggio e di grande interesse nell’antichità, ma è stata sicuramente abitata in tempi preistorici, come le valli attigue dell’Ellero e del Pesio; e la via che dal colle del Mortè passava per l’Olocco scendendo alla Certosa di Pesio era la strada più importante. Verso l’anno 100 d.c. le popolazioni delle valli Ellero e Pesio sono assoggettate dalle legioni romane e convertite nel 300 al cristianesimo. Il territorio risulta annesso nel 901 d.C. al contado di Bredulum suddiviso poi tra i signori Morozzo e Breo. Il x secolo è dominato dalle invasioni saracene. Nel 1243 la valle del Lurisia, insieme a quella dell’Ellero, entra a far parte del Contado di Mondovì fino a passare a casa Savoia nel 1559. A fine ‘700 la valle conosce la dominazione napoleonica, mentre il secolo XIX vede l’ampliamento dell’abitato. A fine secolo l’emigrazione porterà numerose famiglie lurisiane nella Francia meridionale. Nel ‘900 la radioattività dei minerali e delle acque di Lurisia è oggetto di studio del Premio Nobel Marie Curie. Vengono esplorati i monti alla ricerca di minerali radioattivi, sorgono uno stabilimento di cura e numerosi alberghi, la località acquista fama e accoglie ospiti illustri. Oggi Lurisia è un piccolo scrigno della natura, attrezzata e conosciuta  sia come località termale sia come località sciistica, con numerose attrezzature e iniziative a favore degli ospiti. (vedi Terme)

 

 

DHO

L’agglomerato dei Dho conserva ancora oggi il suo carattere rurale con pregiate coltivazioni di ortaggi, piccoli frutti, numerosi castagneti da frutto e allevamenti di bestiame. All’interno della borgata, particolarmente interessante è un forno a legna comunitario tuttora attivo e integro. La piccola chiesa dedicata a San Donato è situata nel concentrico della borgata ed è stata costruita verso la fine del XVII secolo. Sulla facciata laterale è dipinta la meridiana.

 

 

BERTINI

Da non perdere la visita al Cascinale dei Frati, uno scrigno prezioso nel cuore della borgata. L’edificio costituisce la parte più antica dell’abitato e fu in epoca medievale convento di frati domenicani o benedettini. Probabilmente  nel XV secolo faceva parte della certosa di Casotto e costituiva una stazione di transumanza a valle. Nella penombra della balconata che domina il cortile si può ammirare una testimonianza artistica di grande valore: gli affreschi di Giovanni Mazzucco. Sulle pareti esterne, al primo piano, sotto una loggia in legno, sono affrescate, con alcune figure di santi, alcune scene di vita quotidiana e di lavoro dei frati. Grande è la figura del San Cristoforo con il bambino che regge il mondo. San Cristoforo fu uno dei santi più  venerati nel Medioevo


 

 

NOREA

Anche questa borgata si presenta come un piccolo gruppo di case raccolte intorno all’immancabile chiesa. La chiesa di S. Bartolomeo risale al XVII secolo e ha subito il restauro della facciata e il rifacimento del sagrato negli anni 1993 – 1994.

 

 

BARACCO

Baracco è un nucleo rurale appartenente alla cultura occitana, dove le radici linguistiche del Quie sono ancora presenti. Nei dintorni della borgata sono tutt’ora visibili numerosi fabbricati tipici a “tetto racchiusio”. Le case sono allineate lungo il crinale del versante montuoso, dal quale si ammira in tutta la sua bellezza la frazione Prea. Attualmente il borgo ha poche famiglie che vi risiedono stanzialmente, ma sono numerose le case antiche recuperate e ristrutturate. La borgata è un valido punto di partenza per passeggiate ed escursioni.

 

 

RASTELLO

La borgata Rastello è l’ultima località permanentemente abitata, che si trova risalendo la Valle Ellero dista 9 Km dal capoluogo ed è situata a circa 820 m  s.l.m., alla destra orografica del torrente. Tipologicamente il borgo ha conservato l’aspetto rurale di un tempo, con numerosi frabbricati i pietra a vista. In epoca pre-romana esisteva il borgo di Antibo, poi Subteniano. Originariamente forse la  dislocazione dell’abitato era diversa, sulla riva opposta del torrente. La località è punto di partenza per numerose escursioni, inoltre dalla borgata parte il sentiero denominato “Antica Via del Sale”. Poco lontano dal paese, verso monte, si trovano numerosi massi per l’arrampicata, mentre la strada che risale la valle per 12 km sino al Rifugio Mondovì è ideale per escursioni in mountain bike.


Curiosità: per la sua posizione il paese rimane all’ombra da S.Martino (11 novembre) a S.Valentino (14 febbraio)

 

 

ANNUNZIATA

Risalendo la valle Ellero oltre il capoluogo, prima di giungere alla borgata Norea, sul lato destro della provinciale si incontra la borgata Annunziata. Fulcro dell’abitato è l’omonima cappella dalla quale si dirama la strada principale. Passeggiando si ammira un piccolo gruppo di case dove si respira un’atmosfera contadina d’altri tempi, dove il tempo pare essere scandito più dalla successione dei lavori quotidiani che dallo spostamento delle lancette dell’orologio.

 

 

S. ANNA DI PREA

La borgata  di S. Anna di Prea è raggiungibile imboccando verso sinistra la strada situata nella parte bassa di Prea, lasciandosi il cimitero sulla destra.


Il borgo, abbandonato dai residenti in seguito all’incendio causato dai soldati tedeschi durante la seconda Guerra Mondiale, è rimasto pressoché integro fino ai giorni nostri.


Di grande interesse è il piccolo santuario dedicato a S. Anna unico esemplare di barocco francese negli edifici sacri del Piemonte. Edificato in prossimità di un valico alpino, la chiesa era luogo di sosta e di rifugio per i viandanti, i pastori e i pellegrini.

 

 

BONADA

La borgata è caratterizzata dalla presenza del Santuario del Sacro Cuore, al quale si arriva imboccando la strada provinciale in direzione Lurisia, a circa un km dal capoluogo. L’edificio del santuario si presenta con facciata e campanile decorati a strisce larghe orizzontali bianche e nere, che ricordano uno stile tipico dell’area pisano –lucchese.

 

 

RULFI

Il primo numero di case che s’incontrano arrivando da Villanova Mondovì costituisce la borgata Rulfi. Ciò che caratterizza questo nucleo è la grande cava di calcare e il vicino santuario di Santa Lucia arroccato e maestosamente visibile sul versante del monte sovrastante. Il Santuario risale alla seconda metà del XVI secolo, ma la sua completa realizzazione si è verificata in epoche diverse.

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